Storie di cartone – Stage in cartotecnia terza edizione

20-31 gennaio 2020 – Sarego

L’esperienza dello stage alla cartotecnica Montebello attraverso gli occhi dei vincitori del bando 2019

 

È stata un’esperienza formativa preziosissima che mi ha permesso di approfondire, e di molto, le mie conoscenze su quelle che sono le possibilità di ingegnerizzazione di un prodotto cartaceo.
Se prima ero abituato a pensare libri più classici, in piano, stampati su carta più o meno 
normale, il passaggio al cartoncino ha invece aperto tutto un mondo nuovo fatto di buchi, finestre, incastri e passaggi, che permettono una tipologia di interazione completamente diversa. Il contenuto si libera dalla sua struttura a due dimensioni e avvia un dialogo con il contenitore, permettendo non solo una maggiore potenza comunicativa, ma tirando in ballo anche tutta una serie di componenti tattili, dinamiche e temporali della fruzione di un libro, che ne risulta profondamente arricchito e che va così a situarsi in un territorio che non è più solo lettura, ma nemmeno soltanto gioco.

 


Questo è l’aspetto che più mi affascina della cartotecnica, e che varrà assolutamente la pena di indagare in un mondo che dovrà affrontare un serio discorso sulla gestione delle risorse e sulla loro sostenibilità in maniera sempre più urgente.
Poter vedere i modi in cui un’idea diventa oggetto tramite le macchine permette non solo di comprendere i limiti ma anche e soprattutto di intuire nuovi percorsi, e poterlo fare in un luogo così pregno di storia è stato un bellissimo valore aggiunto. Io, personalmente, sono rimasto letteralmente affascinato dalla presenza di un 
reparto invenzioni: lì dentro, da quasi mezzo secolo, si inventano, costruiscono, e perfezionano macchine atte alla produzione, talvolta anche ridestinandole a usi assai diversi da quelli per cui erano state concepite.
Oltre a questo ho avuto modo di vedere in funzione ogni sorta di macchinario, dalla preparazione per la stampa al confezionamento dei libri finiti passando per alcune lavorazioni che vengono svolte esternamente alla Cartotecnica, tra cui alcune tipologie di fustellatura e nobilitazione. Molti di questi macchinari non riposano mai, restano in funzione giorno e notte e non si fermano nemmeno a Natale.
Tutto questo si è infine legato ad una serie di ragionamenti sui costi di produzione, fondamentali oggi per valutare la fattibilità di un progetto.

In questo modo, credo di aver acquisito una serie di importanti strumenti per poter navigare più agevolmente il mondo odierno della progettazione, che richiede un sempre più alto livello di competenze e conoscenze.
 

Nicolò Venturi

 


 

Quando guardi un libro-gioco non immagini cosa c’è dietro, o per meglio dire cosa c’è sotto.
Lo stage mi ha permesso di scoprirlo e mi sento davvero fortunata ad aver fatto questa esperienza, seguiti da un team di persone qualificate e sempre disponibili che ci hanno guidato attraverso i tanti reparti dell’azienda: dalla fase prestampa e produzione delle lastre, alla stampa offset, alla messa in posizione dei quartini fino all’ottenimento del prodotto finito.

Quando siamo entrati per la prima volta nell’azienda è stato davvero emozionante: vedere con i propri occhi tutte le macchine in funzione!
Abbiamo anche avuto modo di imparare molto sul cartone, un materiale “vivo” che può deformarsi con i cambi di temperatura, che ha un suo orientamento, dettato dal senso delle fibre, che non è da sottovalutare nelle fasi di realizzazione del libro, che ha una sua bianca e una sua volta, un suo spessore e un suo colore. La scelta del cartone, quindi, insieme con il tipo di finitura e il tipo di nobilitazione che si vuole fare, incidono sulla produzione del libro e, naturalmente, sul suo costo.
 

Abbiamo anche avuto l’occasione di visitare il Fustellificio Cozza e la Cartotecnica San Michele, due aziende vicentine che collaborano con la Cartotecnica di Montebello. La prima realizza le fustelle che verranno utilizzate dalla seconda per la fustellatura dei quartini già stampati. E’stato interessante vedere come le tre aziende comunicassero tra loro e come, attraverso le indicazioni riportate nella scheda tecnica e nei fogli-macchina, ci fosse un totale coordinamento nei processi di realizzazione.
Questa esperienza ha cambiato completamente il mio modo di guardare i libri-gioco: ora, quando entro in libreria e prendo un libro cartonato, lo analizzo nei suoi minimi dettagli, ne noto la finitura, il tipo di rilegatura, il formato, il numero delle pagine e provo ad ipotizzare i ragionamenti che sono stati fatti per la sua produzione. 
Non vedo l’ora di mettere a frutto le mie nuove competenze nella progettazione di un nuovo libro-gioco.
 

Helga Aversa